Giorni fa è venuta a mancare M.Adelaide Garaguso, per lunghi anni Professoressa al Liceo T.Tasso. Chi come me l’ha avuta come Professoressa la ricorda con l’affetto dovuto ad una insegnante brava e paziente e nello stesso tempo seria e severa. Aveva superato i cento anni di età e solo ora mi rendo conto che quando negli anni 46-47 e 47-48 l’abbiamo avuta come Professoressa di materie letterarie al Ginnasio non aveva ancora quarant’anni, ma la sua autorevolezza e serietà ce la proiettavano già come una figura consacrata e mitica, ancora più avvalorata dalla sua caratteristica “frezza bianca”. Era un’amica di famiglia o meglio era molto amica di mio padre con il quale era complementare nell’insegnamento nella sezione C, nel senso che ognuno di loro due portava a termine un biennio del Ginnasio. Mio padre aveva fortemente voluto che scegliessi la sezione C proprio perché, così diceva, “la Sig.ra Adelaide mi avrebbe insegnato cose che non ci sono nei libri”. Il primo giorno di scuola della IV° ginnasio lei mi chiamò da parte e con dolcezza ma con altrettanta determinazione mi apostrofò “non credere che poiché sono amica di Michele, tuo padre, avrai un trattamento privilegiato, al contrario avrai un doppio controllo: se a scuola le cose non vanno bene a casa ne saranno subito informati.” In realtà rimasi subito ben impressionato dal suo sistema di insegnamento, colto, reale ed essenziale. Non avevo una grande fantasia e lei mi suggerì argomenti di riflessione e di interesse che sono entrati a far parte del mio patrimonio culturale ed anche umano. Certamente questo era l’aspetto più profondo della sua personalità e del suo insegnamento. La vicinanza e l’affetto per il marito, un medico bravo e generoso, la rendevano consapevole delle sofferenze e del malessere sociale. Aveva sofferto insieme a lui la scellerata avventura della discriminazione razziale e ne era riuscita arricchita e più forte. Io credo che aldilà dei suoi innumerevoli ed encomiabili meriti didattici conquistati con saggezza e pazienza nei riguardi di studenti spesso poco attenti, ella considerava l’insegnamento come una missione umanitaria finalizzata a mettere in luce capacità spesso non evidenti ed amava ripetere che in ospedale ci vanno quelli malati con un avvicinamento fra malati da curare e studenti con qualche carenza. Nel nostro percorso didattico dal IV° al V° ginnasio la ricordo più rispettata che amata, ma, nessuno di noi ha mai accennato a comportamenti ingiusti o autoritari da parte sua: se prendevamo 4 o 5 voleva ben dire che l’avevamo meritato e sapevamo anche che ci sarebbe stata data l’opportunità di riparare. Ricordo quegli anni come si ricordano gli anni dell’adolescenza, un po’ spensierati e un po’ malinconici, con la scoperta di valori veri, in cui si fanno amicizie che restano e che contano, il ricordo va a Peppe Pagano, a Giorgio Gargano, a Mario Contaldi, ai compianti Luigi Sandulli, Vittorio Genovesi e Guido Moriondo, amici cari con i quali era sempre occasione di festa ritrovarsi. Al termine del V° ginnasio, siamo a luglio del 1948, ho perso mio Padre e al suo funerale incontrai una Garaguso non più Professoressa ma amica, commossa e partecipe. Mi abbracciò dicendomi, tuo padre era un grande e insostituibile amico, cercherò di sostituirlo se ne avrai bisogno nel proseguo dei tuoi studi. Ne ho fatto tesoro e quando al Liceo, qualche anno più tardi, zoppicavo in qualche materia letteraria ricorsi a lei per consigli che mi aiutarono molto a superare le difficoltà del momento. La mia famiglia è rimasta a lungo legata alla famiglia della “Garaguso” sempre così generosa ed affettuosa. Mio fratello Lello giovane medico fu aiutato nei primi passi della pratica medica dall’esperienza del Dott. Di Porto con il quale condivideva oltre che la pratica medica anche l’impegno sociale e, mia madre nella sua dolce semplicità si rivolgeva spesso a Lei per qualche consiglio per gestire quei suoi 5 figli in anni per noi difficili. Vorrei chiudere questa pagina di ricordi immaginando più che sperando che nella nostra scuola ci siano ancora tante, tante “Professoresse Garaguso”!
Mimmo Misiti
Roma, 30 maggio 2009