Da un’amica del Tasso.. Dall’Australia

Dopo il sollecito via mail di Aldo Licastri, Margaret Baker Genovesi scrive su come vada la sua vita in Australia. Riportiamo qui di seguito la sua email.

Questa mail mi e’ arrivata praticamente all’anniversario di quella meravigliosa serata in cui mi avete salutata dicendomi ‘arrivederci’ (mai addio!) Difatti, martedi’ prossimo, 30 settembre, fara’ esattamente un anno che sto qui. Mi sembra impossibile: i ricordi romani sono indelebili, e’ chiaro, ma mi sembrano anche recenti! Quest’anno e’ stato un anno paragonabile a quello remotissimo, il mio primo anno in Italia, in quanto c’erano tante cose diverse con cui familiarizzarmi, tante reata’ diverse cui abituarmi. Naturalmente e’ stato piu’ facile di allora – non c’era la difficolta’ iniziale della lingua (mi ricordo che nei primi tempi a Roma tornavo a casa dopo una giornata passata fuori con la testa che mi rimbombava!) – ma c’erano lo stesso tante impressioni nuove ad assalirmi. E tanto lavoro! Non so quanti di voi abbiano emigrato (o si dice siano emigrati?) da un continente all’altro: io l’ho fatto due volte. Non e’ facile, vi assicuro. Ma adesso posso dire che ho ritrovato la mia patria di prima, senza perdere quella acquisita. Ne ho due – sono fortunata. Comincio col descrivere dove abito e come: (penso di avervi detto che avevo gia’ acquistato l’appartamento mentre stavo ancora a Roma, e questo ha facilitato il mio inserimento fisico nella citta’.) Il quartiere si chiama New Farm, potete trovarlo se volete su Google Earth; e’ bello, tranquillo, alberato. E’ un quartiere considerato ‘inner city’, ma residenziale, senza la confusione che il centro comporta. A casa mia si sente il canto degli uccelli, che adesso che e’ primavera qui, stanno nidificando nel giardino dietro la casa (dove c’e’ una piscina.) C’e’ pure una famiglia di waterdragons – lucertoloni (innocui) che assomigliano a dinosauri in miniatura, ma loro non emettono rumori. E se ne fregano di noi – sono loro gli abitanti originali di questo terreno, e stanno li’ al sole con aria di superiorita’. La casa si rivela perfetta per le mie esigenze; e’ grande per una persona, comoda. Ci sono solo sei appartmenti in questo palazzo, e i vicini sono uno piu’ carino dell’altro, pronti ad aiutare, se no discretissimi. Il trasporto pubblico funziona, gli autobus marciano normalmente in orario, poi a trecento metri c’e’ una fermata dei catamarani (chiamati qui col nome divertente di CityCats): simpatici mezzi di trasporto fluviale, tant’e’ vero che ho deciso di non comprare una macchina, ma di servirmi del trasporto pubblico e dei tassi’, come da anni facevo a Roma – atteggiamento ecologicamente positivo, converrete! e reso possibile dalla vicinanza di casa mia con il centro della citta’. Le passeggiate nei dintorni si fanno attraverso zone verdi costeggiando il fiume, oppure addirittura sopra il fiume, su una passerella galleggiante per pedoni e ciclisti che segue il percorso del fiume per parecchi chilometri: arrivo in centro in una mezz’ora, camminando sopra l’acqua – non esattamente come Gesu’, ma con vivo piacere: il fiume e’ largo, maestoso, bello. L’aria e’ pulita, ed e’ magico verso la sera quando il sole tramonta dietro la City e le luci cominciano ad accendersi nei grattacieli dall’altra parte del fiume. Avrete capito che il fiume e’ un elemento magico nella vita mia, e in quella di tutta Brisbane, del resto. Per i primi mesi mi sono mossa pochissimo nel mondo della musica: a dire il vero, ho finito ogni giorno stanchissima (ahi, le scatole! ahi, la sistemazione di tutto!) ma da qualche tempo mi sono arrivate proposte interessanti e piacevoli. Qui fanno tanti concorsi di canto, e sono gia’ stata in giuria di quello piu’ importante per la musica vocale da camera (ricorderete, forse, che questo e’ un campo che mi ha sempre interessata), e altri ancora sono in programma per il futuro, a Sydney e Melbourne, non solo a Brisbane. L’anno prossimo si prevede una collaborazione piu’ stretta con il Conservatorio qui. Percio’ posso considerarmi reinserita nella professione, e questo mi fa piacere: non mi sentivo pronta per la pensione. Mi sono iscritta nel’AIRE, e ho regolarmente votato nelle ultime elezioni, ma finora non ho trovato modo di frequentare la comunita’ italiana, e questo mi dispiace – salvo una serata natalizia, dove si e’ esibito il Coro Verdi, che festeggiava i cinquant’anni dalla fondazione, e in cui cantavano alcuni tenori che erano membri sin dal’inizio. Serata bellissima e commovente. Adesso che questo primo anno, dedicato soprattutto al mio inserimento qui, e’ passato, dovro’ darmi da fare. E voi? I piani per la ‘capatina in Australia’, a che punto sono? Non vorrei avere tracciato un quadro troppo positivo – i problemi economici e sociali ci sono anche qui – ma e’ un bel posto, e vorrei vedervi qui un giorno. Datevi da fare! Beh’, avete voluto che Una Socia Vi Scrivesse. Siete autorizzati a tagliare, ad accorciare quanto volete di questa mia missiva, ma scrivendovi ho avuto la sensazione, bellissima, di esservi molto vicini.

Un abbraccio da lontano, e con tanto affetto Margaret.

Lascia un commento