Rileggendo dei vecchi diari ho recuperato parte del copione degli spettacoli degli studenti del Tasso. Torquato’62 era uno spettacolo di varieta’, con la regia di Ettore Carettoni allora ex alunno del Tasso. Nonostante non avessi nessun ruolo nello spettacolo, non so perche’, ero una delle poche persone che Ettore non buttasse fuori a pedate, al grido di “Fuori gli intrusi!” percio’ avevo seguito quasi tutte le prove e avevo imparato a memoria tutte le parti. Questa memoria da elefante mi permise di sostituire Silvia Carandini che si ammalo’ prima delle sepliche serali. Il cast comprendeva alunni ed ex alunni, tra cui Nino Di Virgilio che scriveva, leggeva e commentava poesie surreali, come in seguito avrebbero fatto Arbore e Boncompagni in “Alto gradimento”, Daniela Quarta e Stefano Dorato cantavano canzoni scritte da loro, tra cui la mitica “Domitilla” e “Vermi e fantasmi” meglio nota come “I vermicelli”; Stefano Dorato con Massimo Oldoni e Gianni Epifani formavano “Il Trio dell’Arciduca”, che suonava dei blues; il gruppo di Piero Fontana (batteria), Giorgio Carnevali (chitarra) e Massimo Oldoni, suonava una versione twist del “Tango delle capinere”. Franco Fusco, simpaticissimo ragazzo con una “erre moscia” incredibile che spariva soltanto se parlava rovesciando la testa all’indietro, si rivelo’ un presentatore divertente e disinvolto. La mia ammirazione andava soprattutto a Vittorio Termini e Enzo Pantanella, che suonavano in modo perfetto Apache e The stranger degli Shadow. Tra una chitarra e l’altra Lucio De Lellis, leggeva le poesie di Pre’vert e i fratelli Domenichini suonavano all’armonium Ciribiribin e un altro pezzo di cui non conosco il titolo ma che non ho mai dimenticato.